Fra i reperti di Mawangdui ci sono testi che trattano di medicina. Uno dei documenti più interessanti rispetto all’origine dell’energetica cinese è un rotolo di seta che comprende tre testi ed una tavola illustrata. Questa tavola, detta Daoyintu rappresenta donne e uomini intenti negli esercizi di Dao Yin (Qi Gong) nelle stesse posture che si usano ancora oggi. Il fatto che fossero rappresentate anche donne in una civiltà in cui la norma esplicita per gli storiografi fu di ignorarle, non deve stupire; prima del 221 a.C. la maggioranza dei protomedici Wu era di sesso femminile, ciò è attestato dall’esistenza di un altro carattere, poi caduto in disuso, che serviva a distinguere gli Wu di sesso maschle.
Due dei tre testi su rotolo di seta trattano di meridiani; si tratta dei più antichi in assoluto sull’argomento, anche rispetto ad altri testi (su tavolettedi bambù) che fanno parte del corpus medico di Mawangdui. Negli scritti su seta i meridiani sono considerati centripeti, non sono concepiti come un circuito chiuso attorno al corpo, che si estende fino al’estremità delle dita per tornare all’interno (come avvenne in seguito); nella visione più antica sinora disponibile, i meridiani sono l’interfaccia di un sistema aperto, vie preferenziali i scorrimento per acquisire energia dall’ambiente ( e forse per eliminare Xie Qi?); idea che si riscontra anche nel quarto testo del rotolo, cui gli archeologi hanno dato il titolo di “Que Gu Shi Qi” (astenersi dai cereali per nutrirsi di Qi); esso inegna che si può sostituire l’apporto energetico derivato dal cibo sostituendolo gradualmente con energia tratta direttamente dall’ambiente.
Un altro elemento interessante è che in questi testi non si pala mai di aghi né di agopunti, ci sono invece riferimenti alla moxa. Ciò dovrebbe bastare a sfatare una volta per tutte la leggenda -spesso confusa per storia- secondo la quale i punti di agopuntura furono scoperti accidentalmente grazie ai benefici ricavati da un cacciatore colpito accidentalmente da una freccia, i meridiani arebbero stati ricavati successivamente dall’unione di punti scovati empiricamente grazie a quella fortuita esperienza. Questa versione è smentita anche dal fatto che storicamente, i primi agopunti esplicitamente menzionati ( i tredici punti- spettro di Bian Que) includono punti extra-meridiani; mentre il fatto che i meridiani fossero anticamente concepiti come centripeti è confermto da fatto che ancora oggi i cosiddetti ‘punti Shu antichi’ – tra i più usati in agopuntura- hanno un ordine che parte sempre dalle estremità per andare verso l’interno del corpo. Ci sarebbe da rilevare che anche in testi medioevali di chiara matrice taoista -come quelli di Sun Simiao- i punti vengono elencati a partire dalle estremità verso l’interno del corpo…
Il termine per definire meridiani e collaterali in cinese è Jing Luo lett. ‘trama e ordito’. I due testi su seta usano invece il carattere di ‘wen’ lett. ‘tepore’. Il flusso del Qi veniva dunque avvertito come linee di calore, ciò spiega il ricorso alla moxa nel caso tale flusso risultase ostruito.
Tirando le somme di questi elementi emersi negli scavi di Mawangdui possiamo ritenere che la concezione emergetica della MTC fondata sull’idea di meridiani e scorrimento del Qi non nasca nel contesto terapeutico ma in quello delle tecniche di lungavita, in stretta relazione con gli esercizi DaoYin – Qi Gong e con la dietetica. D’altra parte bisogna ricordare che il contesto della medicina classica non era limitato all’ambito terapeutico
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